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Speciale Salute mag 2014

speciale salute 05.2014

Il disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder (Bed) prevede la presenza di abbuffate con la relativa sensazione di perdita del contrailo, ma non sì manifestano comportamenti compensatori (eccessivo esercizio fisico, digiuno) e di eliminazione (vomito autoindotto, utilizzo di purghe e diuretici), come invece nella anoressia e bulimia nervosa.

Durante le abbuffate, il soggetto generalmente mangia velocemente fino ad arrivare a una sgradevole sensazione di sazietà.

La spinta ad alimentarsi in eccesso non è necessariamente correlata a una reale fame e comunque l'apporto calorico è superiore all'esigenza di sfamarsi. La scelta degli alimenti verte general¬mente su dolci e carboidrati o comunque su cibi calorici, che nella norma vengono considerati vietati e che si tende a evitare.

L'abbuffata consiste infatti nella trasgressione a regole alimentari risapute come valide al fine del mante¬nimento del giusto peso. La durata delle abbuffate non è circo¬scritta all'ora o due come nella bulimia nervosa, ma può essere protratta anche per tutto il giorno. Gli antecedenti, che scatenano la perdita di controllo nei confronti del cibo, possono essere rintracciati in uno stato di ansia o depressione, nella sensazione di inadeguatezza e autosvalutazia-ne a causa del peso, nel senso di solitudine, nella noia, nella condizione premestruale che comunemente aumenta la fame e il desiderio di dolci e infine nell'uso di alcolici che rendono più inconsapevole.

All'episodio di iperalimentazione, seguono un senso di depressione:, di disprezzo per se stessi e per la mancanza di autocontrollo, un senso di colpa e vergogna. Questi stati psicologici sono accompagnati da sgradevoli sensazioni somatiche, come mal di stomaco, nausea, sonnolenza e stanchezza. Il Binge Eater presenta, generalmente, anche un'alimentazione abbondante e sregolata durante i pasti e fuori pasto.

Tale caratteristica correla inevitabilmente il disturbo a un marcato sovrappeso che spinge a rivolgersi a centri specifici per l'obesità, più che a centri per il trattamento dei disturbi alimentari. L'obesità nel Binge Eater dipende anche dal fatto che molti pa¬zienti ne hanno una elevata familiarità e ne soffrono sin da piccoli. Da un punto di vista genetico infatti la maggior frequenza <60%) del disturbo si evidenzia in soggetti che hanno un parente di primo grado che presenta il medesimo quadro patologico.

Ciò non vuol dire però che i soggetti obesi siano necessariamente Binge Eater. La diagnosi riguarda la presenza di abbuffate e la perdita di controllo che le caratterizza. In assenza di queste componenti diagnostiche, il soggetto obeso non rientra nella patologìa.

IL TRATTAMENTO PSICOTERAPEUTICO

Le abbuffate diminuiscono con la te¬rapia farmacologia, ossia con l'assunzione di antidepressivi e con vari trattamenti psicoterapeutici. Si tratta generalmente di un lavoro di equipe che prevede la collaborazione tra psicote¬rapeuta, dietista-nutrizionista e psichiatra, nell 'eventualità in cui fosse necessario anche un intervento farmacologico.

In linea generale in un trattamento psicoterapeutico centrato sul sìntomo, come ad esempio quello cognitivo-comportamentaìe, si prendono in considerazione sia gli aspetti del comportamento alimentare che presentano una criticità patologica, sia le idee disfunzionali sul peso e le forme corporee come fonti di autostima.

Tali modalità di pensiero costituiscono un fattore di mantenimento del disturbo e vengono progressivamente modificate e sostituite con idee più funzionali e costruttive. In una prima fase di intervento, l'attenzione deve essere posta sull'acquisizione di un'alimentazione equilibrata, sulla gestione delle abbuffate e su uno stile di vita sano. La perdita di peso segue come logica conseguenza di tali apprendimenti.
L'alimentazione più sana e regalare deve essere prescritta e seguita da uno specialista, che possa monitorare di volta in volta il percoreo di decremento ponderale.
Le abbuffate vengono gestite con attività alternative stabilite in precedenza, in modo tale che, nel momento dell'impulse ad alimentarsi, si possa investire le energie in attività il più possibile distraenti per il soggetto.

Lo stile di vita sano prevede soprattutto l'incremento dell'attività fisica. Molto indicato è il movimento aerobico (Jogging, bicicletta, nuoto, camminata veloce!. Da non sottovalutare anche l'attenzione a quei movimenti che quotidianamente possiamo introdurre, come fare le scale a piedi, posteggiare la macchina non proprio sotta il luogo in cui siamo diretti o non usarla se è possìbile.Molto utile è anche introdurre nella routine delle nostre giornate una semplice camminata di mezzora.

La seconda fase dell'intervento verte sul miglioramenti dell'immagine corporea e dell'auto stima e sull'analisi di eventuali problemi relazionali.

La terza fase infine prevede la prevenzione delle ricadute tramite tecniche appositamente studiate, che insegnano a mantenere ì risultati raggiunti e a fermarsi in tempo dovesse presentarsi nel futuro una qualche avvisaglia del problema.
Nei casi più seri può essere previsto anche un ricovero in appositi centri di cura, in cui il paziente viene monitorato dall'esterno per quanto riguarda la dieta e il movimento corporeo. Oltre a ciò può partecipare a incontri di psicoeducazione sull'argomento e a trattamenti psicoterapeutici sia individuali sia di gruppo.

RUOLO DEL NUTRIZIONISTA NEL BINGE EATING DISORDER

Nei casi meno gravi la terapia ambulatoriale rimane l'approccio preferito, sìa per ragioni cliniche che economiche. Infatti, il trattamento ambulatoriale consente di mettere in atto il programma terapeutico senza modificare Passetto di vita del paziente. L'approccio terapeutico del Bed deve prevedere in tutti i casi l'utilizzazione combinata e contemporanea del trattamento nutrizionale e psicoterapeutico rivolto al paziente, ed un eventuale trattamento di supporto o terapeutico per i familiari.

L'ossetrazione del trattamento psicoterapeutico con quello nutrizionale trova la sua ragione nel fatto che questi disturbi sono il risultato di condizioni disfunzionali multidimensionali in cui operano diversi fattori fisici e psichici predisponenti, precipitanti e perpetuanti. Il trattamento combinato evita inoltre il rischio delle guarigioni sintomatiche, evenienza frequente se il cambiamento del comportamento alimentare patologico non corrisponde un cambiamento degli atteggiamenti psicologici profondi.

Il trattamento nutrizionale viene effet¬tuato con vari approcci, che possono essere utilizzati in combinazione tra loro, e sono rappresentati essenzialmente da un counselmg nutrizionale rivolto ai pazienti e spesso ai loro familiari, da un attento lavoro ai fattori di mantenimento (quali sintomi da digiuno o da iperalimentazione) e ai comportamenti disfunzionali.

Rispetto al lavoro svolto dalla psicoterapia, il nutrizionista ne condivide l'obiettivo primario volto al¬la riduzione delle perdite di controllo e successivamente quello della perdita di peso. Il ruolo professionale è quello di analizzare la storia dettagliata della perdita di controllo, della sua comparsa in relazione alla evoluzione del peso, gli eventi scatenanti che risalgono spesso fino alla prima infanzia e alla storia delle diete.

É importante sottolineare che la prevenzione primaria sulla popolazione generale deve lasciare il posto ad interventi mirati per categorie a rischio. I fattori di rischio principali sono il "Dieting" l'ossessione per la dieta) e i metodi non accreditati per la perdita di peso, I messaggi devono essere centrati sulla salute piuttosto che sul peso ed orientati alla famiglia, È noto che nei soggetti obesi il "Dieting" precede il binge eating disorder ma nel 50% dei casi può precedere la comparsa dell'obesità. Per individui con Bed non ancora obesi gli interventi possono avere come effetto la prevenzione di un iriappropriato aumento di peso.

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La dott.ssa Donatella Bielli Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e la dott.ssa Lovallo Stefania Nutrizionista ricevono presso Centro Salute Viale dei Mille 12 - Vigevano Cell. 328-4266235

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